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DOTTOR NICOLA CALANDRELLA
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Le patologie cardiache: impariamo a prevenirle con una corretta alimentazione

Le patologie cardiache: impariamo a prevenirle con una corretta alimentazione

Le Malattie Cardiovascolari sono un gruppo di patologie a carico del cuore e/o dei vasi sanguigni.

Nella famiglia delle patologie cardiovascolari rientrano tutti i difetti congeniti del cuore, le malattie reumatiche ad interessamento miocardico, le varie forme di aritmia, le patologie che interessano le valvole cardiache e l’insufficienza cardiaca. Nel linguaggio comune si aggiungono anche tutte le patologie correlate all’arteriosclerosi come quelle coronariche (angina pectoris ed infarto), cerebrovascolari (ictus) e vascolari periferiche (claudicatio intermittens).

Secondo i dati provenienti dall’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel mondo. In Italia sono responsabili del 44% di tutti i decessi, in particolare l’infarto rappresenta la prima causa di mortalità e l’ictus la prima causa di disabilità permanente.

Esistono una serie di fattori, detti fattori di rischio cardiovascolare, che favoriscono lo sviluppo e le complicanze delle malattie cardiovascolari, aumentandone, quindi, il rischio, tra questi i principali sono: Ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, fumo di sigaretta, diabete, obesità, alcol e inattività fisica. Il rischio è continuo e aumenta con l’avanzare dell’età, pertanto non esiste un livello in cui il rischio è nullo.
Tuttavia oggi è possibile ridurre il rischio cardiovascolare attraverso uno stile di vita più sano:
una alimentazione equilibrata, regolare attività fisica, abolizione del fumo di sigaretta e dell’abuso di droghe. In particolare l’alimentazione svolge un ruolo principe nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, nella prevenzione e nel controllo dei fattori di rischio cardiovascolare. Secondo l’OMS circa un terzo delle malattie cardiovascolari possono essere evitate con una sana e corretta alimentazione che includa un maggior consumo di frutta e verdura e un limitato introito di grassi di origine animale (carne, burro, formaggi, latte intero ecc.), causa principale dell’aumento del colesterolo nel sangue.

Il colesterolo è una delle prime cause delle malattie cardiovascolari, per la relativa facilità con la quale si “infiltra” nelle arterie, tende ad accumularsi al loro interno e a occluderne il lume. Gli alimenti di origine animale ricchi di grassi, in particolare di grassi saturi e grassi trans, favoriscono la formazione del colesterolo cattivo (LDL), quello che tende ad accumularsi nei vasi e che può dare origine a fenomeni patologici come trombosi e ischemia, pertanto è opportuno ridurne il consumo. I grassi saturi si trovano, in particolare, nei prodotti lattiero caseari, nelle carni grasse e in certi oli (come quello di palma e soprattutto di cocco); mentre i trans si possono formare durante alcuni trattamenti industriali cui vengono sottoposti i grassi vegetali e quindi trovarsi negli alimenti trasformati che li contengono (in particolare nelle margarine). I grassi da privilegiare, sono invece quelli che non fanno innalzare il livello di colesterolo LDL nel sangue, ma possono addirittura ridurlo, vale a dire i monoinsaturi (come l’acido oleico che prevale nell’olio d’oliva), ed i polinsaturi, come gli omega 3 (come il DHA e l’EPA), componenti essenziali delle membrane cellulari, di cui sono ricchi i pesci e alcuni oli (olio di lino, olio di semi di girasole ecc.) che possono ridurre il rischio di malattia coronarica, diminuendo i livelli di trigliceridi e la capacità di aggregazione delle piastrine (e quindi il rischio di trombosi) e prevenendo le aritmie ( Erkkilä A et al., 2008; Gissi-HF Investigators et al., 2008; Mozaffarian D et al., 2010; Gao LG et al., 2013). Recenti studi evidenziano che un elevato consumo di frutta, verdure (in particolare delle verdure a foglie verdi), legumi e cereali integrali è associato a un minor rischio di malattia coronarica (Wu Y et al., 2014;Threapleton DE et al., 2013; Estruch R et al., 2009).

La frutta, in particolare quella secca (noci, mandorle ecc), e i legumi (fagioli, ceci, lenticchie) oltre ad essere poveri di grassi, sono un’ottima fonte di proteine vegetali, di minerali e fibra, compresa quella solubile, che può aiutare a ridurre il colesterolo LDL. Per quanto riguarda i cereali sono da preferire quelli integrali (avena , orzo e riso integrale) in quanto contengono rispetto a quelli raffinati più fibre, vitamine e altre sostanze protettive che aiutano a controllare i livelli di colesterolemia e a mantenere un peso adeguato perché hanno un alto potere saziante. Infine, soprattutto in caso di ipertensione, uno dei principali fattori responsabili dell’aumento di rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e ictus, si raccomanda di limitare il consumo di alimenti ricchi di sale (salumi, insaccati, formaggi) e l’assunzione di alcool, responsabili dell’aumento della pressione arteriosa.

Da quanto detto prima, emerge che l’alimentazione ideale per prevenire e curare le malattie cardiovascolari, è quella di tipo mediterraneo che ha dimostrato avere, rispetto agli altri regimi dietetici, un maggiore effetto protettivo sul cuore e sui vasi, riducendo notevolmente il rischio cardiovascolare (Panagiotakos DB et al., 2014; Rees K et al., 2013; De Lorenzo A et al., 2010)

Figura: Tradizionale piramide della dieta mediterranea (Albenavoli L et al., 2014)
Il piano dietetico mediterraneo prevede il consumo quotidiano di cereali, verdura, pane, pasta, frutta, olio d’oliva e prodotti lattiero-caseari. Si raccomanda il consumo settimanale di uova, dolci, pesce, pollame, patate, legumi e noci, mentre la carne rossa un paio di volte al mese e in quantità ridotte.

La conoscenza è potere: impara e vivi!
(American Heart Association)

BIBLIOGRAFIA

Abenavoli L, Milic N, Peta V, Alfieri F, De Lorenzo A, Bellentani S. Alimentary regimen in non alcoholic fatty liver disease: Mediterranean diet. World J Gastroenterol. 2014;20(45):16831-40.
De Lorenzo A, Noce A, Bigioni M, Calabrese V, Della Rocca DG, Di Daniele N, Tozzo C, Di Renzo L. The effects of Italian Mediterranean organic diet (IMOD) on health status. Curr Pharm Des. 2010;16:814-24.

Erkkilä A1, de Mello VD, Risérus U, Laaksonen DE. Dietary fatty acids and cardiovascular disease: an epidemiological approach. Prog Lipid Res. 2008;47(3):172-87.

Estruch R1, Martínez-González MA, Corella D, Basora-Gallisá J, Ruiz-Gutiérrez V, Covas MI, Fiol M, Gómez-Gracia E, López-Sabater MC, Escoda R, Pena MA, Diez-Espino J, Lahoz C, Lapetra J, Sáez G, Ros E; PREDIMED Study Investigators. Effects of dietary fibre intake on risk factors for cardiovascular disease in subjects at high risk. J Epidemiol Community Health. 2009;63(7):582-88.

Gissi-HF Investigators, Tavazzi L, Maggioni AP, Marchioli R, Barlera S, Franzosi MG, Latini R, Lucci D, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G. Effect of n-3 polyunsaturated fatty acids in patients with chronic heart failure (the GISSI-HF trial): a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet. 2008;372(9645):1223-30.

Gao LG1, Cao J, Mao QX, Lu XC, Zhou XL, Fan L. Influence of omega-3 polyunsaturated fatty acid-supplementation on platelet aggregation in humans: a meta-analysis of randomized controlled trials. Atherosclerosis. 2013;226(2):328-34.

Mozaffarian D1, ,Micha R, Wallace S. Effects on coronary heart disease of increasing polyunsaturated fat in place of saturated fat: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. PLoS Med. 2010;7(3):e1000252.

Panagiotakos DB1, Georgousopoulou EN2, Pitsavos C3, Chrysohoou C3, Skoumas I3, Pitaraki E2, Georgiopoulos GA3, Ntertimani M2, Christou A2, Stefanadis C3; The ATTICA Study Group. Exploring the path of Mediterranean diet on 10-year incidence of cardiovascular disease: The ATTICA study (2002-2012). Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2014.

Rees K1, Hartley L, Flowers N, Clarke A, Hooper L, Thorogood M, Stranges S. ‘Mediterranean’ dietary pattern for the primary prevention of cardiovascular disease. Cochrane Database Syst Rev. 2013;8:CD009825.

Threapleton DE1, Greenwood DC, Evans CE, Cleghorn CL, Nykjaer C, Woodhead C, Cade JE, Gale CP, Burley VJ. Dietary fibre intake and risk of cardiovascular disease: systematic review and meta-analysis. BMJ. 2013;347:f6879.

Wu Y, Qian Y, Pan Y, Li P, Yang J, Ye X, Ye X3, Xu G4 . Association between dietary fiber intake and risk of coronary heart disease: A meta-analysis. Clin Nutr 2014.