Attualmente si preferisce utilizzare la denominazione sindrome dell’intestino irritabile (IBS) per evitare confusione su cosa sia realmente. Le donne sembrano esserne più colpite con un rapporto di 2 a 1 rispetto ai maschi, suggerendo un possibile coinvolgimento di fattori ormonali.
La IBS rappresenta un disturbo non valutato in modo corretto: spesso sottostimato se non addirittura trascurato. Clinicamente si manifesta nella maggior parte dei casi con dolori addominali o crampi e si può presentare in tre varianti:
Per la maggior parte delle persone la IBS rappresenta una condizione cronica, in cui l’intestino perde la capacità di contrarsi e rilassarsi in maniera coordinata. Si possono avere contrazioni più forti e più lunghe del normale e il cibo può essere spinto nell’intestino più velocemente causando la formazione di gas e diarrea. In alcune persone, al contrario, il transito viene rallentato con conseguente insorgenza di stipsi e senso di costipazione. L’abuso di alcol e/o fumo, stress, cattive abitudini alimentari e stile di vita non corretto possono peggiorare i sintomi.
Attualmente l’alimentazione rappresenta il miglior intervento terapeutico per i pazienti affetti da IBS. E’ dimostrato infatti da tempo che una dieta adeguata ed equilibrata migliora la sintomatologia.
In condizioni di colon irritabile è consigliabile assumere cibi che riducano l’infiammazione e il gonfiore e stimolino la corretta attività intestinale come proteine magre (carne e pesce), patate (lesse), riso, frutta e verdure ricche di fibre digeribili (carote, melanzane, zucchine, mele, pere, susine dolci, cachi maturi, uva e fichi), cereali integrali tra cui l’avena e tanta acqua. Evitare cibi ricchi di carboidrati più facilmente soggetti a fermentazione (con conseguente produzione di gas), quali miele, pere, mele, cavoli, carciofi, spinaci, aglio e cipolla, frumento e segale, legumi secchi, frutta con nocciolo (pesche, prugne), dolcificanti naturali e marmellata. Ridurre l’assunzione di bibite dolci o dietetiche, specialmente se gassate, perché tendono a far gonfiare stomaco e intestino, e le bevande nervine, come tè, caffè, cioccolata che hanno un effetto irritante sulla mucosa intestinale. In alternativa scegliere tisane digestive e calmanti come la camomilla, la melissa e il finocchio.
E’ importante fare attenzione a eventuali intolleranze alimentari, in particolare a quella al lattosio (zucchero del latte) e al glutine, che spesso se non riconosciute portano il medico alla diagnosi errata di colon irritabile.
Infine nelle forme di colon irritabile associate a stitichezza è estremamente utile aumentare l’assunzione di acqua ma soprattutto di fibre che, oltre a regolare la funzione intestinale, promuovono la crescita della flora batterica protettiva (azione probiotica) e riducono la microinfiammazione correlata all’intestino irritabile.
Una dieta adeguata ed equilibrata è indispensabile per migliorare i disturbi associati al colon irritabile!
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